⌛ Persi i guadagni 13% di ProPicks a maggio? Abbonati ora, prendi i titoli di giugno scelti dall'AI.Sblocca azioni

Trump scuote i mercati, tecnologici ancora a ‘rischio sell off’

Pubblicato 08.09.2020, 11:51
© Reuters.
NDX
-
UK100
-
US500
-
FCHI
-
DJI
-
DE40
-
ES35
-
IT40
-
MSFT
-
GOOGL
-
AAPL
-
AMZN
-
MS
-
ESM24
-
1YMM24
-
NQM24
-
NFLX
-
TSLA
-
META
-
SOX
-
GOOG
-

Di Mauro Speranza

Investing.com – Mercati azionari appesantiti dagli attacchi del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, le cui parole tornano a far pesare sulle borse le preoccupazioni per una nuova escalation della guerra dei dazi con la Cina.

I principali indici europei scambiano in rosso, con il Ftse Mib che soffre più di tutti (1,60%), seguito dall’Ibex 35, dal Cac 40, dal Dax e dal Ftse 100, tutti in rosso fisso.

Trump ha sollevato la prospettiva del "decoupling" dalla Cina in una conferenza stampa tenutasi ieri presso il prato della Casa Bianca.

“Se non facessimo affari con la Cina, non perderemmo miliardi di dollari", ha detto ieri Trump, “si chiama decoupling. Quindi comincerete a pensarci. Comincerai a pensare che prendono i nostri soldi e li spendono per costruire aerei, navi, razzi e missili".

Ha anche aggiunto: “Faremo dell'America la superpotenza manifatturiera del mondo e metteremo fine alla nostra dipendenza dalla Cina una volta per tutte", ha detto. "Sia che si tratti di disaccoppiamento, sia che si tratti di applicare tariffe massicce come ho già fatto, metteremo fine alla nostra dipendenza dalla Cina, perché non possiamo fare affidamento sulla Cina”.

“La notizia ha chiaramente scosso i mercati che temono un'escalation di tensioni tra le due superpotenze economiche mentre gli Stati Uniti si avvicinano alla sua elezione”, spiega Boris Scholosseberg, analista di BK Asset Management.

Tecnologici ancora a rischio sell off

Il crescente conflitto tra USA e Cina “potrebbe danneggiare maggiormente il settore high tech statunitense, con la Cina che ha già dichiarato che cercherà di creare il proprio business di progettazione e produzione di chip, cercando di fare meno affidamento sul know-how tecnologico statunitense”, aggiunge Scholosseberg.

A Wall Street, infatti, la pausa di ieri per il Labor Day potrebbe non aver attenuato le vendite sui titoli tecnologici, dopo le vendite arrivate nella settimana passata.

Se i future del Dow Jones vengono scambiati intorno alla parità e quelli dello S&P 500 restano incerti, quelli del Nasdaq 100 lasciano presagire un’altra giornata difficile per il settore tecnologico (-1,80%). Potrebbe arrivare, dunque, una nuova frenata alla corsa del comparto tecnologico, dopo che da inizio anno il Nasdaq 100, l'indice che raccoglie i maggiori titoli tecnologici Usa, ha guadagnato il 26% movimento simile per il Sox, l'indice che raccoglie i maggiori produttori di semiconduttori che ha totalizzato un +19% da inizio anno.

Nel premarket USA, inoltre, si assiste a nuovi forti cali di Tesla (NASDAQ:TSLA) (-9%), così come per Apple (NASDAQ:AAPL) (-3%), Netflix (NASDAQ:NFLX) (-3%), Amazon (NASDAQ:AMZN) (-2%), Facebook (NASDAQ:FB) (-2%), Google Alphabet (NASDAQ:GOOGL) (-2%) e Microsoft (NASDAQ:MSFT) (-2%).

Ignorare i tech?

“L'indice dei tech ha portato a termine la peggior settimana degli ultimi sei mesi con una perdita complessiva del 3,2%”, spiegano da Websim, i cui esperti sottolineano come “venerdì ha terminato in calo dell'1,3% a quota 11.313 punti, ma a metà seduta la perdita superava ampiamente il 5%. Dal minimo intraday segnato a 10.875 punti ha inanellato un rimbalzo di quasi il +4%”.

“Chi si è esposto troppo sui tech, venerdì ha trascorso un pomeriggio da cani. Nel momento peggiore della seduta il grafico dell’indice poteva ricordare il muso di un cane, per cui, a qualche burlone della Rete è venuto in mente Nasdog”, notano questi esperti.

“In Borsa i cani circolano da sempre. Una delle strategie di investimento dei professionisti della gestione ha proprio questo nome. Funziona così: alla fine dell’anno si comprano i cani del Dow Jones, ovvero le blue chip che quell’anno hanno registrato la peggiore performance, nell’aspettativa che l’anno a venire siano i migliori. Escono dal portafoglio invece le società dell’indice delle blue chip che sono salite di più”, aggiungono.

“Anche se delle correzioni fisiologiche sono possibili, i tech sono diventati così importanti da non poter essere ignorati, neanche dai più pessimisti. Sono una vera e propria asset class da avere in qualsiasi caso in portafoglio. Le dimensioni raggiunte, fanno sì che siano oggi imprescindibili. Basta guardare ai numeri seguenti. Per effetto dell’ascesa delle FANG, oggi Wall Street vale il 58% dell’indice Morgan Stanley (NYSE:MS) Capital Index World, il superindice delle borse mondiali. E i tech, pesando per un quarto della borsa statunitense, valgono dunque circa il 15% delle Borse mondiali. Apple, da sola, pesa per il 7,3% dell'indice S&P 500, Microsoft [MSFT.O] il 6%, Amazon il 5%”, aggiungono.
“Qualsiasi gestore professionale non può permettersi di ignorare del tutto questa situazione, deve tenere in considerazione queste cifre”, concludono da Websim.

Ultimi commenti

Prossimo articolo in arrivo...
Installa le nostre app
Avviso esplicito sui rischi: Il trading degli strumenti finanziari e/o di criptovalute comporta alti rischi, compreso quello di perdere in parte, o totalmente, l’importo dell’investimento, e potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori. I prezzi delle criptovalute sono estremamente volatili e potrebbero essere influenzati da fattori esterni come eventi finanziari, normativi o politici. Il trading con margine aumenta i rischi finanziari.
Prima di decidere di fare trading con strumenti finanziari o criptovalute, è bene essere informati su rischi e costi associati al trading sui mercati finanziari, considerare attentamente i propri obiettivi di investimento, il livello di esperienza e la propensione al rischio e chiedere consigli agli esperti se necessario.
Fusion Media vi ricorda che i dati contenuti su questo sito web non sono necessariamente in tempo reale né accurati. I dati e i prezzi presenti sul sito web non sono necessariamente forniti da un mercato o da una piazza, ma possono essere forniti dai market maker; di conseguenza, i prezzi potrebbero non essere accurati ed essere differenti rispetto al prezzo reale su un dato mercato, il che significa che i prezzi sono indicativi e non adatti a scopi di trading. Fusion Media e qualunque fornitore dei dati contenuti su questo sito web non si assumono la responsabilità di eventuali perdite o danni dovuti al vostro trading né al fare affidamento sulle informazioni contenute all’interno del sito.
È vietato usare, conservare, riprodurre, mostrare, modificare, trasmettere o distribuire i dati contenuti su questo sito web senza l’esplicito consenso scritto emesso da Fusion Media e/o dal fornitore di dati. I diritti di proprietà intellettuale sono riservati da parte dei fornitori e/o dalle piazze che forniscono i dati contenuti su questo sito web.
Fusion Media può ricevere compensi da pubblicitari che compaiono sul sito web, in base alla vostra interazione con gli annunci pubblicitari o con i pubblicitari stessi.
La versione inglese di questa convenzione è da considerarsi quella ufficiale e preponderante nel caso di eventuali discrepanze rispetto a quella redatta in italiano.
© 2007-2024 - Fusion Media Limited. tutti i Diritti Riservati.