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Yen in calo dopo l’introduzione di tassi negativi dalla BoJ

Pubblicato 29.01.2016, 11:06
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A poche ore dalla diffusione di cifre deprimenti sull’inflazione dal Ministero degli Affari Interni giapponese, il governatore Kuroda ha sorpreso i mercati, annunciando che la Banca del Giappone (BoJ) adotterà interessi negativi, sostenendo che ciò stimolerà investimenti e consumi.

La reazione del mercato non si è fatta attendere. Il Nikkei è balzato immediatamente di più del 4% a 17.638 punti, per poi crollare a 16.767 punti e infine riportarsi sopra quota 17.500.

I movimenti bruschi tradiscono le sensazioni contrastanti del mercato circa la decisione della BoJ. Stando alle voci in circolazione, la banca centrale avrebbe infatti tagliato i tassi o perché ha capito che l’effetto marginale di un aumento del QE sarebbe molto limitato – e inoltre non vuole espandere ulteriormente gli attivi di bilancio – o perché non è riuscita a trovare asset da acquistare.

Sul forex, anche le coppie in JPY si sono mosse sulle montagne russe. L’USD/JPY è balzato da 118,50 a 121,41, poi è sceso a 119,13, per risalire successivamente di nuovo a 120,70.

Alla fine, lo yen giapponese ha ceduto l’1,50% contro il biglietto verde, l’1,70% contro la sterlina britannica, l’1,10% contro l’euro e l’1,15% contro il franco svizzero.

La coppia USD/JPY sta testando la resistenza costituita dalla media mobile a 50 giorni (a 120,33). Prevediamo che nei prossimi giorni l’USD/JPY s’indebolirà ulteriormente perché gli interessi negativi spingeranno gli investitori – coloro che si erano messi al riparo nel recente clima di avversione al rischio – a liquidare le posizioni in yen.

Altrove, quasi tutti i mercati regionali asiatici hanno guadagnato terreno dopo la decisione della BoJ. Nella Cina continentale, gli indici compositi di Shanghai e Shenzhen hanno guadagnato rispettivamente il 3,09% e il 3,71%, mentre a Hong Kong l’Hang Seng è salito del 2,27%.

A Singapore, l’STI ha guadagnato l’1,90% mentre l’indice TWSE di Taiwan è cresciuto del 2,22%.

Anche i future sui listini europei sono positivi, con il Footsie a +1,09%, il DAX a +1,16%, il CAC 40 a +1,17% e l’SMI a +0,95%.

Stamattina anche i futures USA mostrano il segno più, con l’S&P 500 in rialzo dello 0,83%, il Nasdaq dello 0,71% e il Dow Jones dell’1,03%.

Ieri negli USA è stata pubblicata un’altra serie di dati economici deboli. Gli ordini di beni durevoli riferiti a dicembre sono crollati di uno stupefacente -5,1% a/a, la cifra del mese precedente è stata rivista al ribasso, dallo 0,0% al -0,5%.

Di conseguenza, il dollaro è sceso e l’EUR/USD ha raggiunto il livello a 1,0968.

L’indice del dollaro è calato a 98,43. Nella notte, però, il biglietto verde si è ripreso sull’onda della decisione della BoJ di portare i tassi in territorio negativo.

Oggi gli operatori monitoreranno la bilancia commerciale in Turchia; l’IPC e il PIL in Spagna; il tasso di disoccupazione in Norvegia; l’IPC nell’Eurozona; la bilancia commerciale in Sudafrica; il PIL e l’indice dei prezzi industriali in Canada; PIL, PCE core, indice dei responsabili acquisti di Chicago, consumi personali e indice del Michigan negli USA.

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